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Fascino felino: perché il gatto è così duttile ed elastico?

Fascino felino: perché il gatto è così duttile ed elastico?

Il nostro micio domestico è davvero morbido ed elastico. Passi di velluto e guizzi da acrobata.

Cosa lo rende così speciale?

Andatura speciale:

Il segreto della sua camminata così felpata e flessuosa sta tutto nel DNA felino. Per avvicinarsi inosservati ed essere più efficaci nello scatto predatorio, infatti, i felini sono digitigradi, ovvero camminano sulle dita. A differenza di molti altri carnivori plantigradi, che poggiano il peso del corpo su tutta la zampa, essi si sostengono solo sulle punte, sinuosi come una bella donna sui tacchi alti.

L’andatura è inoltre particolarmente lunga e dinoccolata anche grazie alla dimensione a alla conformazione della clavicola. Essendo molto piccola e libera (la nostra invece è unita alla spalla e allo sterno) lascia gli arti attaccati al resto del corpo solo dai muscoli, conferendo una maggior ampiezza e leggerezza di movimento.

Ma quello che rende più speciale il nostro micio domestico è la sua peculiare andatura in diagonale, fenomeno unico tra i felini (le giraffe e i cammelli si muovono così), che permette all’individuo di camminare con estrema agilità e velocità utilizzando pochissima energia.

Quando la zampa anteriore sinistra e quella posteriore destra sono in avanti, dunque, la zampa anteriore destra e posteriore sinistra sono indietro, e viceversa.

 

Agilità fenomenale:

La clavicola molto piccola e libera consente sicuramente al gatto un’estrema agilità. Ma le migliori acrobazie possono avvenire soprattutto in virtù dei suoi (all’incirca) 500 muscoli elastici, poderosi e guizzanti.

Non è in grado di compiere passi laterali, ma può correre e saltare in modo strepitoso.

Esso trae la sua potenza principale dalle zampe posteriori, che sono in grado tanto di balzare quanto di frenare prontamente, trattenendo lo slancio di fine salto e ammortizzando alla perfezione.

Il tutto è potenziato da una spina dorsale estremamente pieghevole di ben 60 vertebre (quasi il doppio delle nostre), incastrate in modo impreciso per una maggiore elasticità ed efficacia; di una cavità toracica molto ridotta rispetto al resto del corpo, che lascia maggior spazio ai movimenti; di una vista acuta, e di un equilibrio sopraffino.

 

Balzi e rimbalzi:

La sua agilità gli consente balzi clamorosi e repentini, che possono partire anche da fermo, senza necessità di rincorsa. Quando è sorpreso o spaventato riesce persino a balzare in verticale e poi scartare atterrando di lato, riuscendo anche a ruotare il corpo a mezz’aria fino a 180° rispetto alla direzione iniziale. Alle volte si dondola leggermente sulle zampe posteriori e fissa la meta (o la preda) finale per calcolare bene la potenza di scatto, ma anche da fermo riesce a fare salti di notevole ampiezza: in lungo riesce ad arrivare a una distanza sino a cinque volte di più della sua lunghezza; in alto sino a 1,70 metri, o più. E in caso di rincorsa o... forti motivazioni, i salti possono arrivare ancora più in là.

 

Arsenio Lupin coi baffi!

Proprio grazie alla sua struttura scheletrica libera e agile, il nostro gatto riesce anche a comprimere e contorcere il corpo con estrema facilità. Così riesce a farsi piccolo piccolo e insinuarsi attraverso i più improbabili pertugi. In questo caso, le sue vibrisse gli servono da strumentazione opzionale di precisione, per valutare l’ampiezza di un’apertura, e decidere se tentare o meno l’impresa.

 

Equilibrista spericolato:

Sui cornicioni dei tetti, così come su alberi o muriccioli, il nostro micio si sente un re. Dall’alto può osservare il suo territorio e cacciare. L’equilibrio e la vista decisamente sviluppati gli consentono di dominare il suo regno.

 

L’apparato vestibolare situato all’interno dell’orecchio è l’organo specializzato preposto alle funzioni dell’orientamento e dell’equilibrio. Grazie ad esso il gatto è in grado di balzare e di cadere sempre in piedi, anche da certe altezze.

La vista acuta e il senso dell’equilibrio gli consentono infatti di orientarsi e rigirarsi in un baleno. La muscolatura potente e la struttura da contorsionista fanno poi il resto.

Quando cade di schiena, solitamente il micio è in grado di orientare subito la testa e di direzionarla verso in basso, guardando al suolo. Poi, tramite i muscoli del collo, rigira il corpo in asse con la testa e allunga le zampe anteriori, a protezione di un eventuale primo impatto nella parte della testa. Infine prepara gli arti posteriori, ancora più potenti ed efficaci per ammortizzare l’urto. Il tutto in poco meno di 2 secondi!

foto: fonte

9 vite non bastano:

Nonostante le sue tante vite, però, non sempre il gatto che cade male o ruzzola di schiena riesce a salvarsi. Alcuni veterinari hanno osservato che per cadute da 1,5-2 metri, la durata della discesa è talmente bassa da non lasciare al gatto il tempo necessario a reagire e potersi rigirare sulle zampe.

Per cadute da altezze superiori poi, come dal 5° o 6° piano, la durata della discesa è maggiore, ma la velocità e la violenza dell’impatto sono tali che il gatto non riesce ad attutirne i contraccolpi.

Da altezze superiori, invece, alle volte il gatto può paradossalmente persino salvarsi: se ha a disposizione un tempo sufficientemente lungo di discesa, esso riesce a rigirarsi e a disporsi con corpo e zampe un po’ aperte, a mo’ di scoiattolo volante, per creare attrito con l’aria e diminuire così la violenza dell’impatto.

...Ma non è il caso di sperimentare!

 

Aiuto chiamate i pompieri!

Tutto sommato il gatto ha un ottimo istinto, che lo porta a salire ad altezze abbordabili, dove possa mantenere il controllo ed atterrare in piena sicurezza. Ma allora come mai è capitato che un pompiere sia dovuto salire su un albero per salvare un gattino bloccato dal panico?

Perché un gatto sa arrampicarci con molta facilità, soprattutto quando i suoi artigli affondano su pareti ruvide come tronchi d’albero, ma, se giovane, fa molta fatica a scendere.

La spinta alla salita gli deriva specialmente dagli arti posteriori, ma questi sono più specializzati nel balzo e nella spinta propulsiva verso l’alto che verso la frenata in discesa. Anche le unghie, ricurve, sono fatte per la presa in salita, e non per l’attrito in discesa. Quando sarà più esperto, il gattino capirà di dover scendere in retromarcia, per sfruttare al meglio la potenza ammortizzante delle zampe posteriori e la presa delle unghie ricurve. Così lasceremo in pace i pompieri.  

Riassunto rielaborato tratto da “101 domande & risposte sul gatto”, Ediz. Del Baldo, 2011

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